Streaming e formati compressi: sono davvero il trionfo della bassa qualità? Com’è cambiato il modo di ascoltare musica? Le piattaforme di streaming sono in attivo?

Dopo aver chiarito, nella seconda puntata, come si ascolta la musica oggi proviamo a capire se lo streaming e i formati compressi hanno cambiato il nostro modo di ascoltare la musica.

Secondo una ricerca del 2016 della Queen Mary University di Londra in determinate circostanze l’orecchio umano riesce a percepire le differenze tra l’audio compresso e l’audio ad alta risoluzione. Questa ricerca è importante perché prova scientificamente che ascoltare musica da uno smart speaker o dalle cuffie di uno smartphone non è la stessa cosa che ascoltarla da un impianto Hi-Fi.

Riguardo allo stato attuale della musica è molto interessante l’intervista che Enrico Ruggeri ha rilasciato a POP Economy, canale 224 del digitale terrestre: Le logiche del mercato musicale secondo il cantautore milanese. L’intervista contiene molti spunti interessanti sulla musica di oggi che non sono stati usati durante la puntata 3#.

Benché i servizi di Streaming e formati compressi stiano prendendo il sopravvento su qualsiasi altra modalità di ascolto della musica le cose non vanno proprio benissimo per il settore: Spotify tocca i 100 milioni di utenti a pagamento (ma continua a perdere)

Di seguito i link altri articoli usati durante questa puntata:

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